Come prima parola del primo articolo del primo sito web che io abbia mai aperto prendo un termine che usava mio padre, così facciamo subito contento Freud.
Strafanìci è una parola che non esiste: la diceva lui quando vedeva mia sorella e me, da piccole ma anche dopo, strabuzzare gli occhi tutte contente mentre guardavamo qualcosa di colorato e carino e rigorosamente inutile secondo lui.
Scatolette, quadernini, penne, adesivi, astucci, blocchetti….ci si illuminavano gli occhi e dopo averli guardati li mettevamo al loro posto con il riguardo che si deve al cristallo sottile. Per poi riprenderli, e rimirarli, e rimetterli a posto.
E lui, mentre ci diceva “ma cosa ve ne fate di questi strafanìci?” sorrideva.
Sono passati più o meno….ehm, 40 anni da allora e io e mia sorella abbiamo scoperto di provare la stessa eccitazione e felicità bambina quando siamo incappate per caso in un articoletto di giornale che menzionava lo scrapbooking. Poi sono arrivate le collezioni di carta americane, e il mare immenso di blog, video, canali, guresse e designers, forum, comunità e gruppi, marchi e copiature cinesi.
Tutto quello che serve c’è già: basta aprire google e avere anni a disposizione.
Quello che mi manca è un posto vero, fisico, dove entrare e lasciarmi trasportare dalla gioia inspiegabile che la bellezza su carta dà.
Come ve lo immaginate un posto del genere?
Strafanici….esiste…eccome!!! 🙂 in Friuli sicuramente!! Tutto ciò che è apparentemente inutile ma di cui non possiamo fare a meno! Intraducibile. Ma chi sa…capisce!!
ma dai!, bisognerebbe scovare l’origine allora.
Certo che esiste la parola strafanici, è in dialetto veneziano con la stessa identica accezione di Lisa, è una parola affettuosa, coccola, quanti strafanici ho in casa! Sono passata oggi 29 luglio in negozio e da certe aperture delle vocali avevo capito che non eri di Roma. Buone vacanze
Buongiorno Fabia, si avevo scoperto da Lisa che non era un’invenzione di mio padre. Siamo venete, ma delle montagne. Spero di rivederla presto.