Ciao a tutti, sto scoprendo che se sono giù di morale pensare a scrivere qui è un buon rimedio. Quando il gioco si fa duro, i duri fanno un post.

Il nostro cammino verso un negozio super esclusivo e e originale dietro la curva ha trovato un tunnel buio buio, e da un po’ di giorni giro di qua giro di là per tentare una via di fuga, ma non ce ne sono.

Prima di tutto quella che pensavo essere un’inezia burocratica, il debito dell’inquilino precedente col fornitore di elettricità, si è rivelato essere un ostacolo insormontabile. Sono 6000 mila euro, che in teoria dovrebbe pagare l’inquilino precedente (scomparso), in teoria dovrebbero essere un problema dei proprietari, in pratica toccano a chi ha interesse ad aprire il negozio prima possibile (io).

Voi direte, non è possibile che possano farli pagare a te. E invece dopo varie verifiche di persone che lavorano all’interno del fornitore, una mozione con l’associazione nazionale consumatori, un’altra con l’authority per l’energia, un reclamo formale, e un inizio di contatto con un avvocato posso dirvi che sì, o si salda questo debito o apriremo il primo negozio al buio d’Italia, o ci vediamo fra 5 anni.

Insomma in vari momenti degli ultimi giorni la voce nella mia testolina mi dice: basta, dai, è ora di lasciar perdere.

E in aiuto le è venuto il preventivo dell’impresa finalmente arrivato dopo un mese di insistenze e rallentamenti: per la ristrutturazione di quelo che fra tutti quelli che ho visto mi è sembrato il posto più decoroso pare servano più di 20mila euro: 22,761 + IVA per essere precisi.

Quindi che facciamo?

Io mi sono comprata un tavolinetto rosso da attaccare alla ringhiera e mi sono spostata col pc a lavorare all’aperto.  Al sole faccio le cose che devo fare, ordino le cose che vogliamo vendere, studio i corsi che mi sembrano necessari, e ogni tanto quando alzo lo sguardo mi pare di vedere una lucetta piccola piccola, laggiù in fondo.

Sperando non sia un TIR.