Cari paperamici, c’è voluto del tempo per arrivare a cominciare questo articolo, e ce ne vorrà forse ancora di più per arrivare alla fine.

Ho trovato un’altra arma potentissima per la nostra battaglia che forse ormai si è fatta chiara: si tratta di far riconoscere la dignità e l’importanza di quello che viene considerato perlopiù un vezzo infantile, da femmine sciocchine o al massimo un hobby abbastanza inutile (“carino, ma poi che te ne fai?). Ancor più importante di questo si tratta di far capire a più persone possibile quanto può far loro bene, e bene in senso serio, dedicare del tempo a attività come ritagliare, incollare, scrivere e decorare.

Questa volta ho trovato un articolo parecchio lungo, quasi un trattato, che indaga le radici storiche dello scrapbooking. Siccome la storia è lunga, e seria appunto, ci vuole del tempo: io lo traduco e lo riassumo per facilitarne la lettura e allargarne l’accesso. Le cose che non voglio tagliare però sono tantissime, per cui ne faremo una storia a puntate.

L’originale lo trovate qui, con decine di foto e rimandi.

Spero vi appassionerà come fa con me.

Cominciamo?

La storia – Capitolo 1

Lo scrapbooking affonda le sue radici nella tradizione delle immagini stampate e in quella ancor più lontana del desiderio di raccontare la propria storia. Dall’unione di queste due evoluzioni umane nasce quello che conosciamo come scrapbooking moderno.

I primi diari

Quando possiamo datare l’inizio? Indietro, molto indietro, fino ai primi diari e libri mastri del medio evo.

A quel tempo era abbastanza comune per le persone istruite avere dei diari personali dove tenere traccia dei loro pensieri, delle attività e degli eventi che accadevano. Uno dei primi diari sopravvissuti è il Journal d’un bourgeois de Paris, scritto a Parigi fra il 1409 e il 1449 da un prete anonimo.

Commonplace books

Durante il Rinascimento divenne molto comune fra nobili e istruiti tenere i cosidetti “commonplace books”: quaderni rilegati fatti di pagine bianche che contenevano insiemi di appunti di fonti e argomenti diversi, con aggiunti e incollati altri elementi di carta.

Fino all’invenzione della macchina da stampa (Gutenberg, 1440) i libri erano laboriosamente ricopiati a mano: solo le persone più ricche potevano permetterseli, e solo in piccolo numero. Da lì in poi libri e materiale stampato si diffusero sempre più ampiamente, rendendo una quantità enorme di informazioni disponibile per moltissime persone.

Il commonplace book divenne uno strumento per organizzare e dare priorità a questo nuovo enorme flusso di informazioni. Gli studenti li usavano per copiare passaggi chiave del materiale di studio. Gli scienziati e gli scrittori e i filosofi per registrare le ispirazioni e i progressi dei loro lavori. Le signore i loro testi religiosi preferiti, le ricette, le citazioni dai libri che leggevano.

I commonplace books non erano diari personali o un modo di registrare i pensieri più intimi, piuttosto un modo di raccogliere e organnizzare una varietà di informazioni e materiali che arrivavano da una varietò di fonti – una raccolta di “scraps” informativi.

Se vogliamo citare qualche nome conosciuto John Milton, Francis Bacon, Ludwig von Beethoven, Charles Darwin, sono alcuni personaggi famosi di cui si conservano i commonplace books.

Le Bibbie

In seguito all’invenzione della stampa cominciarono a proliferare le bibbie: quasi ogni famiglie possedeva la propria. Presto nacque l’abitudine di registrare sulle pagine bianche all’inizio del libro della bibbia le informazioni della propria famiglia: i nomi, le date di nascita, di matrimonio, di morte.

Questi dati familiari nelle bibbie rappresentano una delle primissime forme di history-keeping familiare, uno dei primi tentativi di conservare la storia della famiglia in libri.

Attorno alla metà dell’800 molti editori di bibbie cominciarono a includere pagine prestampate con spazi appositi per date di nascita matrimonio e morte. Non era insolito per le famiglie del tempo raccogliere fra le pagine della bibbia documenti e articoli di giornale, di fatto usando le bibbie come scrapbooks. Questi ritagli andavano dagli annunci di nascite e di morte a vari elementi con significato sentimentale per la famiglia.  Alla fine dell’800 ormai molte bibbie includevano finestre dove inserire fotografie dei membri della famglia.

Folios con immagini

Negli anni fra il 1600 e il 1700 apparvero i primi album con immagini: erano composti da collezioni di stampe, disegni, acqueforti e altri lavori artistici. Queste pagine veninvano spesso conservate in cosidetti “Wunderkammer”, armadietti delle curiosità.

Grangerizing

Alla fine del 1700 la pratica di aggiungere illustrazioni ai libri divenne popolare: qualche volta le illustrazioni venivano aggiunte alle pagine esistenti, altre volte la rilegatura veniva aperta per aggiungere pagine totalmente nuove da ri-allegare insieme.

La pratica di “extra-illustrating” fu resa popolare da James Granger, autore nel 1769 di “Biographical History of England.” Il libro fu pubblicato con pagine bianche aggiuntive per incoraggiare I lettori  ad aggiungere le loro illustrazioni. L’immensa popolarità che raggiunse portò all’uso comune del termine “grangerizing” per descrivere la pratica di aggiungere immagini ai libri.

Scrapbooks per il cambiamento politico e sociale

Illustrare i libri e scriverci non era solo un hooby, in alcuni casi divvennero veri e propri atti rivoluzionari destinati al cambiamento politico.

Per esempio durante la Riforma i cattolici inglesi che volevano apparire come membri fedeli della nuova Chiesa Anglicana (e non essere considerati traditori) incollavano immagini di santi cattolici all’interno delle loro bibbie e dei libri di preghiere ufficiali della Chiesa d’inghilterra.

O ancora: nel 1839, in America, un gruppo dei primi abolizionisti della schiavitù pubblicò una testimonianza sui trattamenti degli schiavi da parte dei padroni, e il libro era un scrapbook di racconti di giornale raccolti dal gruppo, e ancora oggi è considerate un documento di grande importanza nel processo di abolizione della schiavitù.

La stampante industriale

Durante tutto il 1800 gli scrapbook che più da vicino rassomigliano agli attuali cominciarono ad emergere come raccolte di ricordi personali, grazie anche a diverse trasformazioni tecnologiche. La più importante fu lo sviluppo delle machine da stampa industriali.

Quando le macchine da stampa passarono da essere attivate manualmente a essere meccanizzate divenne possibile la produzione massiva di materiale stampato: biglietti d’auguri con stampe elaborate, cartoline, biglietti di preghiere, pubblicità, inviti venivano visti dai destinatari come souvenir da conservare.  Insieme a questo i giornali si diffusero ampiamente, e i lettori cominciarono a ritagliare e raccogliere qualsiasi cosa, dalle ricette, alle storie, alle notizie.

Le persone cominciarono a riempire libri rilegati con pagine bianche – prima chiamati diari – con card, ritagli, pezzi di giornale, bozzetti disegnati a mano o colorati ad acquarello: letteralmente libri di ritagli.

Album di inviti

Mentre in precedenza era praticato per lo più in ambienti accademici, da professori e scolari, il preservare ricordi di famiglia in libri a pagine bianche verso la fine dell’800  divenne attivtà più femminile.

Questo passaggio viene trainato dalla crescente popolarità degli album di inviti. Specialmente in Inghilterra curare i biglietti d’invito era da parecchio tempo un forma di etichetta sociale: regole precise specificavano come dovevano essere usati per chiedere un contatto  e per rispondervi. Erano anche usati come ringraziamenti dopo un evento come una nascita o un matrimonio.

In un mondo di etichette molto rigide non si andava semplicemente a trovare qualcuno: prima, un invito doveva essere consegnato, con l’angolo piegato ad indicare che era stato recapitato di persona. Se il destinarario desiderava ricevere la visita allora una card di accettazione veniva rispedita in risposta.

Gli inviti in sé erano decorati con bellissimi disegni floreali e scene pastorali piene di colori e rispecchiavano l’elaborata forma dell’etichetta: il desiderio di preservarli portò alla crescita di album di inviti da parte delle signore della borghesia ricca.

Album di ricette

Fra la fine dell’1800 e l’inizio del 1900 cominciarono a uscire e ottenere popolarità riviste di cucina, fornendo una grande selezione di ricette stampate da scegliere. Molte donne cominciarono a ritagliarle e conservarle in libri o raccoglitori, insieme a ricette di famiglia scritte a mano, ricette dei giornali locali o di altre riviste.

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Una volta risalita la china della storia e toccato il 1900 la prima puntata finisce. Cosa succederà di eccitante ai nostri antenati nella prossima?