Cari amici, il gruppo creativo “I mercoledì dell’artista da paperness” è nato, e da oggi combatte insieme a voi.

Ieri sera abbiamo avuto il primo incontro, dalle 19,15 circa alle 20,30. I partecipanti erano 15 e se devo dire una cosa subito è che mi aspettavo fossero tutti “gente da paperness”…..ehm, adesso come definirlo? Intanto mi aspettavo fossero tutti femmine, e poi tipi con gli occhi sberluccicanti per la cartoleria di cui si sarebbero ritrovati circondati.

Invece no, c’erano abbastanza maschi (e chi c’è più abituato?), che non emettevano gridolini alla vista dei quaderni che avevo messo in fila per invogliare a cominciare le Morning Pages. Persone che possono passare di fianco a una fila di quaderni provenienti da tutto il mondo e nemmeno guardarli.

Bello no? A me fa molto piacere che paperness riesca a coinvolgere anche persone distanti dalla passione per la carta, ma animate dall’interesse per la loro personale forma di creatività.

Abbiamo fatto un giro di presentazioni (anche io, che entravo e uscivo dal gruppo….che voglia dire qualcosa?), e preso ben presto atto che la maggiorparte delle persone non aveva letto il primo capitolo. La via dell’artista comincia da lì.

Secondo me è un’altra cosa molto positiva fare un incontro introduttivo, che metta le persone nelle condizioni di capire di più di cosa si sta parlando e prendere con maggior cognizione di causa la propria decisione. Da quello che capisco è un percorso impegnativo, come tutte le cose che provocano cambiamenti profondi, che può diventare faticoso, anche doloroso. E’ davvero importante valutare per bene la decisione iniziale, credo possa essere la discriminante che aiuta a continuare quando il gioco di fa duro.

Tutto ciò per dirvi che cominceremo veramente da mercoledì prossimo, con il primo capitolo del libro letto. Si faranno, mi pare, dei sottogruppi di 4/5 persone al massimo, che poi ogni volta cambieranno.

Nell’incontro di ieri la nostra coordinatrice, Valentina, ci ha parlato delle pagine del mattino e spiegato come farle. Bisogna scrivere come prima cosa, appena svegli, per 3 pagine intere tutto quello che passa per la testa, senza giudicare, senza rileggere, senza stare a pensare alle parole giuste. Addirittura le pagine non vanno rilette nemmeno dopo. Scriverle, chiudere il quaderno, vivere la propria giornata, fino al mattino successivo.  E’ un grosso impegno, non c’è che dire, e per forza genera forti resistenze.

Oltre alle pagine del mattino una volta alla settimana bisogna ritagliarsi un tempo per se stessi, soli: si chiama “l’appuntamento con l’artista”. Se uno non ha idea di cosa fare in quel tempo, cosa vuol dire fare qualcosa di artistico con se stessi, non c’è problema. Valentina ha stilato una serie di suggerimenti, ben 30, che trovate qui. Valgono per chi vive a Roma, ma sono sicuramente di spunto per trovare delle cose analoghe ovunque (non la fontana di Trevi, ok, ma magari qualcosa di ancora migliore).

Abbiamo fatto un primo esercizio attorno alla domanda: cos’è che mi fa più paura dell’ipotesi di dire “io sono un artista”? e inaugurato la discussione e l’espressione delle varie personalità.

Interessante, come antipasto. Per il prossimo incontro bisognerà davvero immergersi nel primo capitolo e prendere ognuno la propria decisione. Non lo so, le nostre insicurezze, le nostre negatività non sono poi così male alla fine, no? Sono così comode, così confortevoli: chi ce lo fa fare di abbandonarle?

Vi aspettiamo mercoledì prossimo!