Scusatemi il solito vezzo, prendere a prestito le espressioni delle grandi imprese per raccontare la stradina minnuscola che sta facendo paperness per venire alla luce.

Ebbene oggi sì, sono veramente iniziati i lavori: è o non è un kick-off? Ho aspettato e penato questo giorno dal 12 marzo, quando ho cominciato a realizzare che il negozio non potevo aprirlo così com’era, che l’impianto elettrico, e il parquet e l’intonaco non potevo tenerli come li avevo trovati.  Allora ancora pensavo: vabbeh checcevò, una sbiancatina, due presette, ‘na toppa deqqua, un po’ de stucco dellà….e se mi avessero detto che avrei avuto un architetto, e una stylist, e capitolati, e mobili da far costruire avrei risposto che piuttosto mi sparavo.

La settimana successiva invece ero convinta che in 24 ore l’architetto avrebbe fatto il capitolato, il giorno dopo l’impresa il preventivo, e al terzo giorno sarebbero cominciati i lavori. per essere finiti al quinto.

Ora so che non funziona così, ma anche che non sta andando poi così male:  siamo alla fine due o tre settimane in ritardo rispetto a un’aspettativa che era veramente campata per aria.

L’altroieri poi è arrivato il primo ordine, oggi il secondo. I cartoni stanno di là, intonsi: mi paiono una cosa sacra e vorrei forse organizzare un rito iniziatico per il giorno in cui li apriremo, con il vestito da cerimonia e le fotografie professionali.

Domani andiamo all’Ikea, dopo domani da Leroy Merlin, e poi ca va sans dire da Maison du Monde: c’abbiamo anche il pellegrinaggio religioso!

E il libretto delle litanie: il mio nuovissimo bullet journal dove scrivo le cose da fare per l’arredamento.

Lo dico per ridere, ma sotto sotto io mi sto vivendo la vicenda come un’impresa galattica, l’ottava fatica di Ercole. Aspettavi prossimamente dei nuovi titoli: “I miei ottomila senza ossigeno: aprire un negozietto di quaderni a Roma”; “Papernesseide”, “Le sorelle Papermazov”; “Paper e pace”.

Vi presento loro: Alberico e Stefano, architetto e capo impresa. Io per paperness scelgo solo belli!