La partenza dei saldi è un buon momento per prendermi un po’ di tempo per raccontarvi com’è stare dall’altro lato del fiume a pensare a offerte e in generale al prezzo giusto di un prodotto.

Per un commerciante il prezzo giusto è il nodo cruciale: è il punto dove lui (il venditore) e loro (i compratori) si incontrano. Dev’essere giusto per entrambi perché il dialogo possa continuare, perché il cliente torni e perché il venditore non chiuda.

Questa relazione naturale si trasforma nel tempo ma certo negli anni recenti è stata completamente stravolta dall’avvento del commercio online e del mercato globale, dalla progressiva facilità con cui è diventato possibile acquistare a prezzi minori da luoghi molto distanti da dove si vive o anche da dietro casa se si vive vicino a un magazzino amazon.

E’ una fortuna e una opportunità, che come tante altre cose ha dei costi sociali, per i lavoratori certo, ma anche per noi che amavamo passeggiare per le città a scoprire negozietti particolari che potevamo vedere solo in quel posto specifico e troviamo ora invece solo e sempre i soliti marchi a Madrid/Amsterdam/Parigi/Venezia o serrande abbassate.

Insomma non è il momento più furbo per buttarsi a fare i commercianti, questo lo sanno tutti. Ma io confido e aspetto. Sia di far fiorire paperness in modo sostenibile nel tempo, sia che tanti altri riescano ad aprire attività animate dai loro gusti, dal loro spirito, dalle loro identità. Mi pare impossibile che ci si ritrovi tutti chiusi nelle nostre case a digitare acquisti sullo schermo, l’essere umano è un animale troppo sociale perché possa accettare uno scenario del genere. 

Un’introduzione abbastanza lunga per raccontare quello che facciamo noi.

Scegliamo, sulla base dei nostri gusti, dei colori che ci piacciono, anche di una certa visione del mondo prodotti specifici di brand molto specifici. I brand li cerchiamo a lungo, e all’interno di ogni brand selezioniamo a lungo quello che troviamo ci somigli.

I brand magari sono gli stessi, ma certe cose c’entrano con paperness, e certe no.

Questo mi piace moltissimo, perché anche se può accadere che qualcuno si ispiri a qualcun altro, nessuno potrà mai essere qualcun altro.

E’ un discorso che si capisce molto di più nel caso di chi produce cose in proprio, ma io penso che valga anche per noi che siamo solo delle selezionatrici di prodotti di marchi stranieri. Quello che vendiamo perciò è certo il prodotto che uno porta con sé a casa, ma è anche il nostro modo di essere, i nostri valori, la nostra sensibilità.

Cerchiamo poi di essere sempre aggiornate, e di avere le novità appena escono. Significa nella maggior parte dei casi acquistare direttamente dal produttore, perlopiù in USA, senza attendere che questo renda disponbilie ai (pochi) distributori europei i prodotti appena usciti con settimane di scarto.

Tutto questo cercare selezionare ordinare poi lo mettiamo in vista e disponibile in uno spazio fisico, aperto al pubblico, dove sono possibili incontri veri e tangibili.

Siccome uno spazio fisico raggiungibile in una città ha dei costi imparagonabili con un magazzino i nostri prezzi non riescono ad essere competitivi con chi ha grandi distribuzioni in giro per l’Europa, ma nemmeno con chiunque possa vendere da casa propria.

Abbiamo l’affitto, le spese condominiali, l’arredamento, luce, riscaldamento e raffreddamento, i rifiuti, cassa fiscale da tenere sempre aggiornata, stipendio aggiuntivo per coprire gli orari d’apertura al pubblico.

Per questo motivo abbiamo aspettato a lungo prima di farci convincere ad aprire lo shop online.

Lo abbiamo fatto alla fine per chi ci apprezza, per chi ci vorrebbe più vicine, per chi si sente simile a noi, per chi privilegia trovare le cose che gli piacciono tutte insieme in un luogo piuttosto che sparse in fornitori diversi pur se a prezzi inferiori.

Chi preferisce, o ha bisogno, di acquistare sulla base del miglior prezzo fa benissimo a cercare quello che desidera da qualche altra parte. Le spese di spedizione si sono abbassate, e ci sono più negozi di una volta in giro per l’Europa che forse grazie a enormi volumi riescono a vendere qualche volta anche a prezzi più bassi di quelli a cui noi acquistiamo.

Per noi le persone sono libere, questo ci tengo a dirlo, di fare quello che credono dei loro soldi e dei loro desideri. Noi vorremmo poter incontrare i bisogni di tutti, ma non possiamo.

Cerchiamo di fare del nostro meglio, questo anzi è proprio il nostro principio esistenziale anche come compratrici.

Non stiamo né con i puristi no amazon, anti aliexpress, anti grandi marchi né con chi se ne frega del tutto delle dinamiche macroeconomiche del mondo globale. Noi stiamo con chi cerca di fare il meglio che può: sostenere un’impresa locale quando ne ha la possiblità, mangiare da MacDonald’s se non può permettersi altro, comprarsi una maglietta da H&M quando se ne ha voglia.

Non cerchiamo di essere perfetti, cerchiamo di essere ogni giorno un pezzettino migliore di come eravamo il giorno prima.

Il primissimo mercatino di Paperness