Sono passati ormai alcuni mesi, cioè tante settimane e tantissimi giorni dal momento in cui la decisione di aprire paperness è stata presa: da allora mille volte ho dovuto spiegare a chi mi conosce cosa intendevo fare, e perché.
Da quando il negozio è aperto e incontriamo nuove persone lo devo ripetere, e ripensare, e cercare di farlo capire molto più di prima. E per aiutarmi, ora provo anche a scriverlo qui.
Credo in gergo si chiami “concept”: ecco a voi cos’è paperness.
Noi vogliamo vendere oggetti belli, fatti di carta.
Ci sono già cartolerie disseminate per le città (qui intorno a noi ce ne sono 3), come d’altra parte negozi di oggetti di design.
Le cartolerie vendono materiale necessario, per la scuola o per l’ufficio – la cura del bellezza non è prioritaria, e anche se ci sono i brand e le collezioni non sono mai molto innovativi e originali.
I negozi di design d’altra parte vendono oggetti, perlopiù per la casa – raramente sono di carta, e nel caso l’accezione è tipicamente tipo riso/naturale/d
Noi ci siamo innnamorate invece di carte il cui design è molto originale, molto innovativo, molto colorato. Arriva dagli Stati Uniti, un po’ da Francia e Spagna, un po’ da Corea e Giappone. Ci sono brand fortissimi, artisti veri ed è incredibile che non abbiano il successo e la diffusione che avrebbero per esempio nel mondo del fashion. Rimangono invece un po’ nascosti, in una nicchia definita come mondo degli hobby, il craft. La loro arte diventa oggetti finiti tipo agende / notebook / adesivi / ritagli / washi tape / fogli.
Ci sono oggetti belllissimi di fronte a cui ci si ferma per forza, ma increduli, e ci si domanda: ma a che serve? Non è un vestito, non è una scarpa, non è un braccialetto e nemmeno una borsa, che me ne faccio?
Paperness c’è per rispondere a questa domanda. L’usabilità non è immediata, va spiegata e coltivata, come una cultura da diffondere. C’entra un po’ la mindfulness (mi fermo, scrivo i miei pensieri, coloro, appiccico adesivi e fotografie e sono contenta subito, mentre lo faccio, e dopo, quando riguardo una pagina che è venuta bella), un po’ il gusto di comprare (che bella cosa, la prendo per me, sono contenta). Un misto di godimento da acquisto e di qualcosa di simile ai benefici della meditazione.
Io ho capito benissimo, sarà anche perché mi sento proprio in sintonia con voi. La cartolerie tradizionali a Milano sono andate scomparendo, o riescono a soddisfare un’offerta legata agli uffici altrimenti non ce la fanno a sopravvivere, alcuni si buttano sull’oggettistica spesso di cattivo gusto. Vi ho parlato di SMED perchè una delle possibili applicazioni è il decorare la carta in modo originale, i risultati possono essere bellissimi e i materiali sono i più semplici: pennarelli, pennelli, colori! Quando avrete tempo di dare un’occhiata se vi interessa vi racconterò di più! Daniela
Grazie Daniela, guardo appena possibile e poi ne parliamo.